Pompei

Chiesa S.Maria dell’Arco, Giuliana

Ubicata in località Giuliana, la chiesa è situata a nord-ovest della città, al limite del comune di Boscoreale (cui appartenne fino al 1928) ed a ridosso dell’area archeologica pompeiana, in una zona ancora oggi a prevalente destinazione agricola, sottoposta a vincolo archeologico, in forza dei ripetuti ritrovamenti di epoca romana.

L’edificio in muratura, a cantieri di pietra vesuviana, desta particolare interesse per la singolare morfologia dell’impianto, trilobato, a sviluppo assiale e con abside semicircolare, i cui volumi laterali raccordati in curva agli ambienti d’ingresso e di fondo, quasi si dispongono come uno pseudo-transetto. In pessime condizioni conservative fino al 2015, nonché privato di parte cospicua delle originarie membrature lapidee, la fabbrica ancora custodisce finiture, elementi e arredi originali, tra cui i due altari in stucco ed un altro marmoreo più recente. L’organismo preserva significative testimonianze della locale tradizione costruttiva tra fine Settecento e primo Ottocento, datandosi al 1830 il compimento dell’attuale assetto.

Si segnalano le grate “a bastoni” in ferro battuto a maglia romboidale a ritegno delle finestre ed il portone ligneo a due ante. La facciata, con portale architravato in trachite inquadrato da coppie di paraste che definiscono anche il secondo registro della fronte, è dotata di finestrone centrale e coronamento a timpano in muratura. Il volume che costituisce l’attuale ingresso, di pianta quadrata e coperto a botte lunettata, sembrerebbe appartenere ad un pregresso, più piccolo impianto liturgico, forse ampliato entro il 1830, come suggerirebbe anche la ripresa termografica della facciata principale, dalla quale emergerebbe l’impronta di una precedente, più bassa copertura a spioventi.

Una epigrafe marmorea sulla parete a sinistra dell’ingresso ricorda il fondatore D. Nicola De Rinaldo (appartenente a nobile famiglia nocerina) e la riapertura al culto della cappella avvenuta nel 1962, in seguito alla cessione del sito al Pontificio Santuario da parte dei baroni Zurlo di Boscoreale, eredi dei De Rinaldo. In abbandono sin dal sisma del 1980, a causa dei dissesti  provocati, nel citato volume anteriore si procedette ad un consolidamento con sottarco in c.a. dell’arco che immette nello spazio centrale. La chiesa, dopo restauro conservativo eseguito nel primo decennio del 2000 è riaperta al culto ed è punto di riferimento tradizionale durante il periodo di Pasqua dove si riversano fedeli e non, in particolare il lunedì dell’Angelo. Condizioni di degrado hanno sempre connotato la fabbrica, con precarietà delle strutture, del basamento e della pavimentazione.

Il rinvenimento nell’area di diverse testimonianze archeologiche, insieme al recupero, conservazione e valorizzazione delle ex-strutture liturgiche ha ridato vita al culto, tanto radicato tra gli abitanti della contrada e dei paesi limitrofi. Nell’area  è possibile un percorso di visita destinato alla tipica architettura rurale che, nella contrada Giuliana, conta ancora alcuni interessanti episodi, sparsi tra noci e noccioli, viti e melograni.