Chiesa intitolata alla patrona della città di Scafati, non ha un’origine temporale certa. Una bolla del 1215, emanata da papa Innocenzo III, riguardo i confini della Diocesi di Nola, ricorda una chiesa Ricettizia di S. Maria delle Vergini a Nord-Ovest di essa. Una seconda bolla, di dubbia autenticità, emanata da Clemente VII nel 1523, e spedita al vescovo di Lettere, rileva come la Chiesa Parrocchiale di S. Maria delle Vergini fosse fondata, costruita e dotata dall’Universitas (antico Comune) di Scafati, con l’obolo dei fedeli, in un tempo antico non precisato. Del 1615 è la notizia certa di una cappella dedicata al culto di S. Maria della Vergini e di una confraternita laica ad essa dedicata.
La chiesa, composta da due edifici posti ortogonalmente, ha una pianta a croce latina con un'ala, l'arciconfraternita, che si apre sulla navata di destra e che ospita la statua di santa Maria delle Vergini. A sinistra della facciata, il campanile del primo Novecento. In stile rinascimentale, nel corso del 1700 e del 1800 ha subito notevoli e numerosi lavori di restauro ed abbellimento .
Sorge su una costruzione preesistente e raggiunge la sua forma attuale attorno al XV secolo.
Gli interni della Chiesa sono riccamente affrescati e con opere lignee e marmoree di grande valore storico e artistico:
Arciconfraternita: fu eretta nel 1860, in seguito all’ abbattimento di un edificio circolare che ospitava il battistero e due edicole che davano sul Sarno: una recanteun crocifisso, l’altra un’immagine sacra non identificabile, forse la Madonna delle Vergini. Devastata l’Arciconfraternita da un terribile incendio, la notte del 2 febbraio 1882, cappella e statua della Madonna furono restaurate. Una lapide ricorda tale evento.
Madonna delle Vergini: Statua in legno policromo datata 1713 (sulla base), attribuita a Nicola Fumo. Narra la leggenda che la statua, in transito su un carro trainato da buoi, sul ponte a Scafati si appesantì fin quasi a sprofondare: di qui la decisione di collocare la statua nella vicina chiesa. Nel 1800 venne edificata l'arciconfraternita di santa Maria delle Vergini. La statua raffigura la Madonna che accoglie sotto il suo manto due vergini. Tra i doni che il popolo ha donato alla sua patrona, l'antica corona, del 1840, e lo stellario il 21 luglio 1906 furono collocati sul capo della statua.
Battistero: opera di Cimmafonte: all’interno la data (1761) e le iniziali CF (Cimmafonte Fecit).
Transetto destra: Madonna del Rosario: Vergine circondata da papi, principi, re, e guerrieri; il quadro è attribuito a Pompeo Landolfo, databile all’ultimo decennio del '500.
Volta del transetto : San Domenico di Guzman che predica il rosario.
Abside: Polittico attribuito a Decio Tramontano, databile tra '400 e '500, con scene della vita di Cristo. Poiché anticamente nel tempio si venerava la Madonna del parto, l'immagine al centro del polittico raffigura la Vergine incinta.
A sinistra dell’altare maggiore: Madonna con S. Giovanni Battista e la Maddalena, di Angelo Mozzillo, firmata e datata 1787.
Ai lati dell’altare (tondi): Angelo custode e San Michele Arcangelo, attribuiti a Bonito (XVIII sec.).
Base della cupola: “MARIAE VIRGINI ANTE PARTUM IN PARTU POST PARTUM HOC TEMPLUM DICATUM” (al culto di S. Maria del Parto era innalzato un altare nel XVI sec. ).
Cupola: Disputa teologica tra Francescani e Domenicani sulla verginità di Maria di V. Galloppi,1886.
Presbiterio: Proclamazione del dogma dell’immacolata da parte di Pio IX; Gesù tra i pargoli di V. Galloppi,1886.
Transetto sinistra: Madonna del Carmelo con le anime purganti di Fedele Fischetti, firmata e datata 1759.
Navata sinistra: Adorazione dei pastori, attribuita a Pietro Bardellino (XV sec).
Volta della navata centrale: Madonna in gloria con i santi, autore ignoto del 1700.
Altre opere di V. Galoppi, firmate e datate 1886, sono:
Coro di angeli musici, cupola delle volte della chiesa, sopra l’ingresso;
Coro di angeli musici, sotto la volta della navata centrale;
Scena biblica, transetto di sinistra;
Opera dei suoi aiutanti sono le figure di santi, profeti, personaggi femminili del Vecchio Testamento, allegorie delle virtù cardinali e teologali in veste femminile, che adornano unghie, lunette e sesti della cupola, delle volte e dei finestroni.
Un'altra grande opera è la "madonna e le anime purganti" che reca la firma di Fedele Fischetti e la data del 1759. Altri grandi quadri sono "l'adorazione dei pastori", la "purificazione di Maria","la presentazione di Gesù al tempio" tutti di autori del XV secolo. Attribuiti a Giuseppe Bonito sono due tondi dell'altare che raffigurano l'Angelo custode e San Michele arcangelo. Gli affreschi della navata centrale e del transetto risalgono al 1800. Di fattura pregiata è anche la Madonna del Carmelo che risale al pieno rinascimento, anch'essa è di autore ignoto. Nel mezzo del transetto si innalza la cupola riccamente affrescata con una scena assai animata del paradiso con al centro la Trinità. Da annoverare è anche il fonte battesimale settecentesco che si trova nella seconda arcata della navata sinistra. Anticamente nel tempio si venerava la Madonna del parto per cui l'immagine al centro del polittico raffigura la vergine incinta.
La Madonna delle Vergini è una statua in legno policromo scolpita, come riportato alla base, nel 1713 da mani ignote, attribuita però a Nicola Fumo. Secondo una leggenda la statua, in viaggio per una diversa destinazione su un carro trainato da buoi, arrivata sul ponte a Scafati si appesantì fin quasi a sprofondare. Si prese allora la decisione di trasferire la statua nel vicino tempio. Nel 1800 venne edificata l'arciconfraternita di santa Maria delle vergini. La statua raffigura la Vergine giovane con un viso molto dolce, che accoglie sotto il suo manto due altre vergini, una ricca e perciò la Madonna l'accoglie coprendola poco, ed una povera, che la Madonna copre molto. Sono tanti i doni che il popolo di Scafati ha dato alla sua patrona, tra cui l'antica corona del 1840, e lo stellario del 1906; la nuova corona con l'apposito stellario del 2006; un grande medaglione del 1840 e altri due medaglioni del 1854 e del 1954 per riconoscenza per le grazie che la Madonna ha recato ai suoi pellegrini. Si narrano molti episodi attribuiti alle capacità miracolose della statua di S. Maria delle vergini. Tra questi si racconta che nel corso dell'eruzione del Vesuvio del 1906, si prese la decisione di portare la Madonna innanzi alla colata lavica che stava per investire la città. Accadde così che il flusso lavico si fermò e la città di Scafati venne risparmiata. Non un lapillo o cenere infatti colpí l’area scafatese, facendola così anche diventare un punto di accoglienza per tutti i paesi che invece ne erano stati colpiti pienamente.