Torre Annunziata

Villa Parnaso

La storia di Villa del Parnaso, a Torre Annunziata, è legata con un insediamento di epoca romana. Infatti, la villa sul mare di Caio Siculio, che gli archeologi datano intorno al I sec. a.C., è il nucleo originario della struttura che vivrà, nei secoli, diverse vicissitudini. La villa, sorta in un luogo eccezionale per condizioni ambientali e climatiche e per la presenza di acque termali, viene in parte distrutta dalla celeberrima eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e ritrovata solo secoli dopo, intorno al 1841, nel pieno dei lavori per la realizzazione della tratta ferroviaria da Portici a Nocera. Di quel maestoso edificio, appartenuto al ricco Caio Siculio, restano oggi due importanti reperti, conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli: l’affresco che racconta, con lo sfondo del monte Parnaso,  il mito di Eco e Narciso ed un anello di bronzo che riporta le iniziali del proprietario della villa.

Le prime incerte notizie di una ricostruzione, nello stesso luogo della villa romana distrutta dall’eruzione del 79 d.C., fanno risalire alla fine del 1500 i lavori per l’edificazione di una nuova struttura la quale, però, subirà la medesima sorte di quella di epoca romana, finendo irrimediabilmente distrutta dalla furia dell’eruzione del Vesuvio del dicembre 1631. Ma, anche stavolta, la resilienza del popolo vesuviano, fa sì che una nuova costruzione prenda il posto di quella distrutta, ricalcandone quasi fedelmente lo stile architettonico e sviluppandosi dalla Strada Regia verso il mare. La storia di questo luogo continua arrivando al 1800 quando, passata la proprietà alla famiglia De Gennaro, si arricchisce ed amplia. La villa era immersa in una ricca area verde impreziosita da pilastri in pietra e piperno, vasi, voliere, fontane ad esaltarne l’aspetto elegante e scenografico. Sempre nella prima metà dell’Ottocento due eventi caratterizzarono la vita della villa del Parnaso: in primo luogo il passaggio, all’interno della proprietà, della linea ferroviaria che obbligò alla suddivisione della proprietà ed alla costruzione di ponti per il collegamento tra i giardini della struttura. In secondo luogo, l’esproprio forzato per motivi di pubblica utilità nel 1872: nello specifico occorreva estrarre, da una parte, blocchi di pietra vulcanica per la costruzione del porto mercantile. Questo segnò l’abbandono della villa ed il conseguente abbattimento. Quell’esproprio ha anche consentito l’attuale conoscenza delle caratteristiche architettoniche di Villa del Parnaso grazie alla presenza nell’archivio comunale di tutta la documentazione relativa all’esproprio stesso che conteneva una dettagliata descrizione del sito realizzata dall’architetto Eduardo Giordano con una pianta dei giardini e illustrazioni delle opere architettoniche che davano sul lato mare.

La storia del sito ha poi conosciuto  una parziale ricostruzione ospitando prima il convento della Congregazione delle Piccole Ancelle di Cristo Re e poi, fino ai giorni nostri, il “Liceo Pitagora – Croce”. 

La riedificazione, conclusasi nel 2017, ha restituito alla città di Torre Annunziata ed al territorio alle falde del Vesuvio, un sito importante, risultato di una storia plurisecolare e ricca di avvenimenti che hanno segnato tappe rilevanti per la storia vesuviana.